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123°Anniversario del transito del Venerabile padre Raffaele

Ogni anno a Sant’Elia a Pianisi la festa dell’Epifania è anche l’occasione per commemorare la morte del Venerabile padre Raffaele, avvenuta nella tarda serata del 6 gennaio del 1901. E ogni volta torna la commozione di un ricordo profondamente radicato nel cuore della comunità santeliana e di una figura che, anche nel momento del Transito, esortò i suoi addolorati confratelli a vivere nella fede e a confidare serenamente nell’amore di Dio. E’ stato padre Aldo Broccato, Vicepostulatore della causa di beatificazione di padre Raffaele, a celebrare nella chiesa del Convento di Sant’Elia a Pianisi la cerimonia liturgica, affiancato dai frati della comunità cappuccina, davanti alla comunità dei fedeli che si è riunita numerosa per rievocare il culmine dell’esperienza terrena di un umile frate che ha lasciato una testimonianza indelebile come figlio di san Francesco e come instancabile e fedele sacerdote, seguito sempre da una moltitudine di devoti, che oggi è sparsa anche in Europa e nel mondo intero. Gli ultimi istanti della sua vita rappresentano una scena di straordinaria e commovente bellezza e li hanno tramandato ai posteri sia padre Aurelio Di Iorio nel suo libro su padre Raffaele “L’Ignorato”, sia padre Rosario Borraccino che è divenuto il biografo ufficiale del Monaco Santo, dedicandogli due volumi fondamentali: “Servo di Dio padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi” e “Un percorso di santità”. “Nel pomeriggio di quel giorno - narra padre Aurelio Di Iorio - il guardiano del convento con le lacrime agli occhi gli portò a baciare Gesù Bambino. La melodia dei canti dei fedeli riuniti in chiesa che proviene dal vicino coro si ode fino alla sua cella e giunge a cullargli l’anima che va soavemente perdendosi nell’estasi profonda che è il preludio del Cielo. Quella folla, stipata nella piccola chiesa per l’ultima festa del tempo del Natale, non sa che anche il giorno seguente dovrà tornarvi per venerare la memoria del santo vegliardo. I figli della sua terra, che egli tanto ama e dai quali tanto è amato, nel chiamarlo santo, saranno i primi a far eco alla voce degli angeli”. “Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania - scrive padre Rosario Borraccino - aveva recitato le ore liturgiche con frate Giuseppe Antonio, si era comunicato con la più grande devozione, aveva chiesto e ricevuto con la partecipazione dei confratelli il sacramento degli infermi. Da quel momento si era raccolto in uno stato di preghiera che sembrava estasi. Recitava devote invocazioni e di tanto in tanto baciava il crocifisso”. All’ora di cena i confratelli erano passati a salutarlo ed anche all’infermiere disse di scendere in refettorio: “Non gli occorreva veramente più nulla. L’ora dell’incontro con il Signore - aggiunge padre Borraccino – era giunto. Quando, dopo cena, i confratelli ripassarono nella cella di padre Raffaele, questi era già volato in cielo”. Padre Broccato ha voluto sottolineare quanto oggi il Venerabile padre Raffaele sia amato e ricordato dai frati della Provincia monastica. Infatti a San Giovanni Rotondo è particolarmente vivo ed attuale il ricordo del frate soprattutto per il ruolo che assunse all’indomani della soppressione degli ordini religiosi decisa da una legge dello Stato del 1866: padre Raffaele fu colui che, con coraggio e guidato dalla sua incrollabile fede, non abbandonò il convento di Sant’Elia a Pianisi nemmeno nei lunghi anni bui della soppressione, fino a quando - circa vent’anni dopo - gradualmente i religiosi poterono tornare ad esercitare il loro ministero e riprendere possesso delle chiese e degli istituti religiosi che erano stati confiscati. Padre Raffaele era e restò, agli occhi dei suoi confratelli e della moltitudine dei suoi devoti, una figura granitica, cercata ed ammirata per il suo apostolato umile e splendente, instancabile e quando necessario severo. Lasciò tracce feconde soprattutto dopo la sua morte: non a caso padre Pio entrò in convento a Morcone il 6 gennaio del 1903 e l’anno successivo arrivò nel convento di Sant’Elia a Pianisi - sempre nel mese di gennaio - per la sua formazione spirituale, in un luogo dove tutto parlava del Monaco Santo e dove egli stesso si rese conto ancora più direttamente della grandezza della vita e della fede di quell’umile frate che resterà per lui un esempio luminoso ed amato.

Pubblicato in data 10/01/2024

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